Mark Cavendish racconta la rapina subita: “Con un coltello alla gola, ti senti completamente impotente”
Mark Cavendish racconta per la prima volta la terribile notte in cui è stato vittima di rapina nella sua casa. Assieme al fresco ritirato, che era appena tornato a casa dopo un ricovero in seguito a una terribile caduta alla Sei Giorni di Gand, c’era tutta la famiglia Cavendish al completo, ma i quattro rapinatori quel 27 novembre 2021 non hanno avuto alcuna esitazione. Entrati nella casa del futuro recordman di vittorie al Tour de France, gli uomini erano entrati con in mente un bottino ben preciso, un orologio di lusso in edizione limitata del valore di 2,2 milioni di euro. Una cifra che li ha spinti a minacciare anche fisicamente Cavendish, puntandogli letteralmente un coltello alla gola.
“Ho ancora vivide le immagini di quei momenti – racconta al Telegraph per la prima volta – Mi hanno puntato alla gola un coltello enorme sotto gli occhi di mio figlio, che allora aveva solo tre anni. Vi rendete conto? È stato terribile. Mi chiedo ancora cosa avrei potuto fare… Tutti pensano che avrei dovuto rispondere, e inizialmente l’ho fatto, ma vi dico che quando qualcuno tira fuori un coltello così non potete fare niente. Anche se tua moglie e tuo figlio sono in pericolo. Con un coltello alla gola, ci si sente completamente impotenti”.
Ricordi che rimarranno per sempre nella sua mente e che sicuramente ti segnano, ma che paradossalmente non rimpiange perché chissà come sarebbero potute andare le cose se lui non fosse stato in casa. “Non me lo sarei mai perdonato se quella notte fosse successo qualcosa a Peta (sua moglie, ndr) e ai ragazzi mentre io non c’ero”, riflette.
Paradosso è che nel bottino che alla fine i malviventi si sono portati a casa, non c’era il loro obiettivo. I rapinatori sono infatti ripartiti dalla residenza nell’Essex con due orologi Richard-Mille dal valore complessivo di 830 mila euro, oltre a uno smartphone e una valigia di Louis Vuitton, ma niente orologio da 2,2 milioni di euro. Per un motivo molto semplice, quel modello non era di Mark Cavendish. “Avevo noleggiato quell’orologio per i GQ Awards, una sfilata che si era svolta circa tre mesi prima – ricorda – Dopo l’evento, l’ho semplicemente restituito”.
Quei fatti inoltre rappresentano un ulteriore motivo per voler restare ancor di più accanto alla sua famiglia, ora che ha raggiunto la sua pace sportiva e ha finalmente appeso la bici al chiodo coronando il suo grande sogno. “Voglio una vita normale, fare cose normali con i ragazzi – aggiunge – Mi piace avere una grande famiglia. Già solo al momento di metterci a tavola, c’è sempre una grande caos”.
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